Decluttering
Il 19 maggio è stato l’Over Shoot Day 2024 per il nostro paese, ossia il giorno in cui l’Italia ha consumato tutte le risorse che la terra può generare in un anno, come ci ricorda l’attenta cerchia di Zero Co2. Questo significa che non si sta producendo alcun cambiamento, né miglioramento tangibile riguardo l’incessante crisi climatica.
Nel nostro piccolo possiamo adottare una serie di comportamenti, (che non sarò io in questa sede a ribadirvi) più una di cui vi parlerò in quanto fortemente liberatoria: il decluttring.
In quanto persona che soffre di disturbo ossessivo compulsivo, provo un particolare piacere nel mettere a posto e riordinare le cose: mi da l’impressione di avere tutto sotto controllo e compiace la mia mania di perfezionismo, (dovuta senz’altro al fatto di essere una donna in un mondo di uomini che quindi deve dimostrare il doppio di ciò che vale). Ciò detto, disfarsi di ciò che non utilizziamo è un toccasana per racimolare qualche piccolo risparmio e sopratutto generare un circolo virtuoso in cui la praticità strizza l’occhio all’ecologia.
Insomma, amo il decluttering perché ha il sapore dei nuovi inizi, come la primavera.
Fino alla mia maggiore età, provavo un forte senso di attaccamento verso cose materiali che mi riconducevano alla mente momenti felici e che erano associati a dei ricordi di cui sentivo il bisogno di avere possesso.
A diciannove anni, ho avuto talmente tante delusioni in amore e in amicizia che questo mi ha spinto a diventare una cliente sempre più assidua del Mercatino dell’Usato (che ovviamente mia madre, donna virtuosa, frequentava da anni).
Ho iniziato a vendere ciò che mi faceva sentire a disagio, ciò che non utilizzavo e ciò che non faceva più per me (come ad esempio i regali dei miei ex ragazzi str*nzi).
Come insegna Shakira: Las mujeres ya no lloran, las mujeres facturan
Legato al tema del minimalismo e del riuso, consiglio di interessarvi alla persona di Gianluca Gotto, giornalista, nomade digitale, nonché scrittore di libri bellissimi.
Insomma, donare e vendere può essere un abile rimedio per un cuore spezzato e un armadio strapieno.
Eventi consigliati
22, 29 maggio e 5 giugno all’Enoteca Letteraria di Via S. Giovanni in Laterano 81 si svolgerà il Workshop di fotografia e comunicazione visiva - Un pensiero nuovo di riscatto sociale, creatività, collettività, libertà espressiva.
Il 22 maggio presso Tartarughe bar e bottega, la divulgatrice e autrice Giovanna Conte dialogherà con Laura De Dilectis e Beatrice Antonelli, founder dell’associazione Donne x strada riguardo il libro “Non chiamarmi amore”.
Dal 15 maggio, ha preso vita la Mostra di Filippo e Filippino Lippi - Ingegno e bizzarrie nell’arte del Rinascimento - presso Palazzo Caffarelli, all’interno dei Musei Capitolini a Roma. La mostra è promossa da Roma Capitale, Sovraintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata da Associazione MetaMorfosi con Zetema Progetto Cultura e sarà accessibile fino al 25 agosto.
Incontriamoci:
Oggi, 20 maggio alle 18:00 alla Villetta Social Lab a Garbatella per due chiacchiere e una birra in un evento di networking con molte persone interessanti tra cui l’Assessore alla città dei 15 minuti Andrea Catarci e l’eurodeputato Massimiliano Smeriglio.
Venerdì 24 maggio allo Swapparty presso la sede delle Tre Ghinee a Via dei Latini 32 a San Lorenzo, per scambiare i libri che non vogliamo più o abbiamo già letto e rendere felici altre persone. Organizzato dalla giornalista Giorgia Bonamoneta e l’attivist* e divulgatric* Lou.
Libro consigliato
“Tender” di Federico Riccardo edito da Edizioni Effetto.
Dalla prefazione di Valentina Mira: “Ci sono le ossessioni e le domande, ci sono le incognite che andrebbero risolte per trovare le risposte. C’è soprattutto una grande passione per quello che si fa, nello specifico per la scrittura, e in tempi che fanno di tutto per togliertela, quella passione – per rosicchiartela via assieme alle certezze grazie a un precariato economico, relazionale, in definitiva esistenziale – il fatto che Federico Riccardo ce l’abbia e che traspaia a ogni riga è una cosa che ci fa tifare per lui.”
Il libro termina con un saggio finale di Alberto Bergamini.
Guilty pleasure
C’è chi lo sta guardando e chi mente: BRIDGERTON 3
Ebbene, devo dire che trovo questa stagione molto più appassionante e interessante delle altre.
Il personaggio di Penelope risulta portatore di valori che raramente vengono rappresentate sugli schermi, rimanendo quasi sempre conformi ad un’idea di donna standardizzata.
Colin è diventato senz’altro più interessante, sembra si stia svegliando. I vestiti e le ambientazioni, un sogno, come sempre la moda è arte e viceversa.
Curiosa delle vostre opinioni al riguardo.
Un abbraccio